Falcognana: abbandonata definitivamente come scelta

Falcognana

Dopo il sindaco Marino anche il ministro Orlando abbandona l’ipotesi del sito di Falcognana come discarica sostitutiva a Malagrotta. La soddisfazione del comitato dei residenti

Roma- A seguito delle recenti affermazioni del sindaco Marino circa l’abbandono dell’ipotesi di Falcognana come possibile sostituto di Malagrotta, ieri è stata la volta del Ministro Orlando che ha dichiarato definitivamente decaduta la scelta del sito di Falcognana. In effetti il ministro era stato scettico sin dalle prime fasi della proposta del sito, nonostante la scelta del commissario Sottile.
In seguito, essendo venute meno le condizioni che avevano dato luogo all’emergenzialità, il ministro ha avuto la possibilità di valutare con maggiore tranquillità. In precedenza l’ormai ex presidente del comitato contro la discarica di Falcognana, Alessandro Lepidi, aveva scritto al Presidente della Rupubblica chiedendo la rimozione del commissario straordinario, Goffredo Sottile, per il modo discutibile con il quale aveva gestito tutta la vicenda dell’emergenza rifiuti.
Nel comunicato diffuso attraverso la stampa il comitato Am.Be.Com, dichiara:
“Il successo ottenuto ci riempe di orgoglio e di soddisfazione, soprattutto perchè arriva in un momento storico caratterizzato da un’accesa contrapposizione politica, percepita dall’opinione pubblica come una deriva delle istituzioni democratiche. Ebbene, proprio in questo contesto di riferimento, la vittoria è stata ottenuta grazie all’ampia partecipazione popolare dimostrata negli oltre cinque mesi di lotta.” (cm)

Rapporti Cerroni-politici: Omaggi e riunioni

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Dalle carte processuali emergono una serie di informative del NOE in cui vengono svelati i retroscena dell’attività di lobby di Manlio Cerroni nei confronti dei politici, locali e nazionali.

Nel primo interrogatorio avvenuto ieri e relativo all’inchiesta sui rifiuti nel Lazio, Manlio Cerroni  avrebbe respinto tutte le accuse di corruzione, sostenendo di non essere lui a cercare i politici ma al contrario i politici cercare lui, per via della sua grande esperienza nel campo dello smaltimento dei rifiuti urbani.

Dalle carte processuali cominciano intanto ad affiorare i primi nomi dei politici che nel tempo avrebbero favorito le attività e le fortune di Cerroni.

 

Il ruolo degli ex amministratori Civita e Montino

L’ex assessore regionale in quota PD, Michele Civita, avrebbe, secondo le carte, garantito a Cerroni l’ottenimento delle proroghe per il conferimento dei rifiuti a Malagrotta.  Quando i carabinieri del NOE hanno cominciato ad indagare, Civita sarebbe arrivato anche al punto di mentire agli inquirenti, depistando un Maresciallo dell’arma che stava svolgendo accertamenti su Cerroni.

Nell’informativa dei carabinieri si legge che Cerroni è riuscito, attraverso la minaccia del problema igienico-sanitario, ad ottenere l’autorizzazione a sversare nel nuovo invaso di Monti dell’Ortaccio. In particolare Cerroni avrebbe indicato al Maresciallo del NOE Tagliaferri di interloquire con l’assessore Civita, in merito all’imminente rilascio della nuova autorizzazione, facendo passare quest’ultima per un semplice rinnovo di autorizzazione già concessa.

Un altro amministratore eletto in quota PD, all’epoca dei fatti presidente del consiglio Regionale, attualmente sindaco di Fiumicino, Esterino Montino, era il soggetto politico di riferimento, delegato dal presidente Marrazzo alla conduzione delle operazioni per la realizzazione dell’inceneritore di Albano Laziale. Gli inquirenti ritengono che il ruolo svolto da Montino sia stato quello di creare un consenso tra i vari politici, circa la realizzazione dell’opera.

 

Gli omaggi di Cerroni ai politici

In un’altra informativa del NOE vengono elencati i regali che Cerroni avrebbe fatto a Natale e Pasqua, dal 2005 al 2008, al mondo politico, spendendo circa 200 mila euro. L’elenco è lunghissimo e ci sono politici di tutti gli schieramenti:

Mauro Cutrufo, Walter Veltroni, Guido Bertolaso, angelo Bonelli, Enrico Gasbarra, Piero Marrazzo, Marco Di Stefano, Francesco Storace, Giovanni Fiscon, Vincenzo Saraceni, Giuseppe Rubrichi, Renzo Carella, Mario Baccini, Mario Di Carlo, Marco Verzaschi, Giuseppe Fioroni, Arcangelo Spagnoli, Biagio Eramo, Giuseppe Celli, Giovanni Hermanin, Corrado Carruba, Giorgio Simeoni, Luciano Ciocchetti, Elio Mensurati, Walter Tocci, Fabio Bellini, Carmine Contrasto, Stefano Laporta, Raniero Benedetto, Goffredo Bettini, Marco Mattei, Antonio Gerace, Andrea Mangoni, Filiberto Zaratti, Luca Fegatelli, Guido Milana, Raniero De Filippis, Fabio De Lillo, Paolo Togni.

Quello che Cerroni voleva ottenere attraverso questa attività di Public Relation, era il mantenimento dello “status quo” per quanto riguarda lo sversamento a Malagrotta, e, una volta chiusa la discarica, la concessione anche per l’invaso di Monti dell’Ortaccio. Cerroni chiedeva inoltre il nulla osta per l’inceneritore di Albano, per il quale aveva ottenuto anche dei fondi regionali, e gli incentivi CIP6 per il CDR che li sarebbe stato bruciato.

Nell’informativa si parla anche di un incontro avvenuto verso la fine del 2008, tra Cerroni e alcuni pezzi grossi del PD, si parla di Di Carlo e Fioroni, teso a pianificare l’attività del gruppo parlamentare, in merito ai lavori relativi all’approvazione in suo favore degli incentivi CIP 6.

 

La seconda fase dell’inchiesta giudiziaria: il ruolo di Sottile

Martedì scorso è intanto partita la seconda fase dell’inchiesta in questione: i carabinieri del Noe si sono recati presso gli uffici dell’ex commissario straordinario Goffredo Sottile, responsabile del rilascio dell’autorizzazione per l’invaso di Monti dell’Ortaccio.

I militari gli hanno notificato l’atto di sequestro del suo PC. Gli inquirenti indagano sulla procedura per il rilascio della AIA integrata. E’ emerso inoltre che Cerroni si sarebbe incontrato con il proprietario della discarica di Falcognana, nonchè titolare della Ecofer, uno dei siti che il ministro Orlando avrebbe potuto scegliere in alternativa a Monti dell’Ortaccio.

I carabinieri del NOE scrivono in una informativa riferendosi a Sottile,  che sarebbero emersi  segnalicirca gli intendimenti di Sottile, finalizzati ad apportare vantaggi alle aziende di Cerroni” segnali che secondo gli investigatori apparivano univoci quando, ancor prima di ricevere i  risultati delle perizie e di avere ascoltato qualsiasi valutazione tecnica, egli “aveva già espresso – scrivono i militari – la sua volontà di collocare la futura discarica in un’area di pertinenza dell’anziano imprenditore”.

A queste conclusioni i carabinieri sarebbero giunti attraverso l’ascolto di una lunga serie di telefonate tra Cerroni e Sottile,  in cui “il commissario Sottile – scrivono i carabinieri –  sembrava approvare in larga parte i progetti e le idee prospettate da Cerroni, relativamente al futuro sistema di gestione dei rifiuti della Capitale”. (cm)

 

 

Chiude Malagrotta

 

 

Ieri scadeva la proroga concessa a giugno dal governo e già da oggi Malagrotta, la più grande discarica di rifiuti d’Europa,  non accoglierà più rifiuti.

Proprio ieri si è svolta nel pomeriggio l’iniziativa “Lucchetto Day” presso il rinomato bar Bellavista, con panorama sull’ottavo colle di Roma. L’iniziativa, organizzata dai residenti per chiudere simbolicamente la discarica ha visto la partecipazione di associazioni ambientaliste, comitati e amministratori locali. Durante l’incontro è stata  accolta molto favorevolmente la notizia tanto attesa che Malagrotta non avrebbe ricevuto neanche la frazione organica stabilizzata, così come era stato inizialmente proposto dalla regione.

Resta da definire dove il comune smaltirà le 700 tonnellate giornaliere di scarti e organico prodotti dalla capitale.

La Colari di Cerroni provvederà autonomamente allo smaltimento dei rifiuti speciali derivanti dagli impianti di incenerimento situati all’interno di Malagrotta. A tale proposito Cerroni ha già avanzato una richiesta di adeguamento della tariffa pagata dal comune, in ragione del costo derivante da questo trasporto imprevisto.

Per quel che riguarda la copertura definitiva della megadiscarica, il comune fa sapere che non sussistono i requisiti previsti dalla normativa in termini di volumetria.

Da oggi quindi l’AMA invierà i primi venti camion di rifiuti in direzione Piemonte ed Emilia, grazie agli accordi stipulati dall’amministrazione capitolina con queste regioni.

Intanto ieri gli abitanti della zona del Divin Amore hanno organizzato tre cortei, con partenze da Spregamore, S.Maria delle Mole, Castelli di Leva.  L’arrivo, previsto proprio in prossimità dell’ingresso della discarica di Falcognana, ha visto gli organizzatori ed i presenti tirare avanti fino all’alba. Dopo il via libera della Guardia di Finanza il sito di Falcognana si appresta infatti ad accogliere una parte dei rifiuti di Roma. Ma per l’ok definitivo occorre aspettare ancora, per lo meno fino a conoscere le sorti del governo Letta, posto che il decreto di autorizzazione deve essere firmato dal ministro Orlando.

CM

Via libera della GdF a Falcognana

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Si avvicina la data, il 30 settembre, della storica chiusura di Malagrotta e contemporaneamente si diradano le nubi che si erano addensate sopra la discarica che dovrà sostituirla. Stiamo parlando di Falcognana, situata al chilometro 15,3 dell’Ardeatina.

Si è infatti conclusa l’inchiesta condotta dalla Guardia di Finanza sulle due società fiduciarie che detengono il capitale sociale della Ecofer, la spa titolare del sito e delle autorizzazioni a svolgere l’attività di sversamento.

Come si ricorderà l’inchiesta era stata aperta su indicazione del ministro all’ambiente Orlando, quando emerse la natura fiduciaria dei due soci della Ecofer. E’ proprio tale natura infatti a non permettere di conoscere i nomi dei reali titolari delle società. E questo rappresentava una pesante incognita per una società in predicato di gestire i rifiuti, sebbene trattati, della capitale d’Italia.

Ad agosto era poi emerso anche il nome di Nicola Foemia, re dei videopoker dell’Emila Romagna ed affiliato ad alcune ‘ndrine calabresi, arrestato all’inizio dell’anno. I riscontri effettuati avevano poi dato esito negativo.

Le risultanze dell’indagine sono da oggi a disposizione del prefetto Pecoraro, il quale poi le trasmetterà al ministro Orlando. Sarà poi compito del commissario Goffredo Sottile di allestire la discarica, che attualmente accoglie carrozzerie di auto compattate.

Altro elemento di criticità è poi quello dato dalla congestione della viabilità, posto che secondo la relazione di Sottile il numero di camion che giornalmente scaricherà rifiuti trattati è pari a dodici. Complessivamente la discarica accoglierà 300 mila tonnellate di rifiuti trattati della capitale; le eccedenze, la maggior parte,  verranno sversate in altre discariche o inviate in altre regioni. Si attende infatti di conoscere l’esito del bando indetto dall’AMA.

CM

Falcognana: la Guardia di Finanza apre un’inchiesta sulla ECOFER incaricata di gestire il sito

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Su richiesta del ministro dell’ambiente Orlando, il prefetto Pansa apre un’inchiesta sulla ECOFER Ambiente srl, a cui il comune di Roma ha affidato la gestione della discarica di Falcognana.

Il sito ospita dal 2003 una discarica di carcasse di auto compattate, in gergo car fluff. Agli inizi di agosto il ministro legge sui quotidiani che la SOFIR srl, finanziaria bolognese, ha ceduto il 60% delle azioni della ECOFER di cui è titolare alla ARIA srl, per una cifra pari a 8,1 milioni di euro.

Il quadro si complica ulteriormente quando emerge che il 99% del capitale della ARIA srl, è della stessa SOFIR.

Il restante 40% della ECOFER è invece di un’altra finanziaria, la CARDUSIO.

Ciò che ha insospettito è stato che questo trasferimento del pacchetto azionario di controllo sia avvenuto ad una settimana esatta dalla scelta del sito di Falcognana.

E comunque non è pensabile che il comune di Roma affidi per due anni senza gara, contravvenendo alle indicazioni dello stesso prefetto Pansa, la gestione della discarica di Falcognana, senza sapere quale sia la composizione societaria del gestore.

Dalle indagini della finanza è emerso che l’assemblea per la cessione delle azioni si è svolta a Lanciano, provincia di Chieti, e che anche l’acquirente, la ARIA srl, si riunisce in assemblea nella stessa località.

Dai comunicati emessi dalla ECOFER si è saputo cha la ARIA srl è una holding abruzzese, con possibile socio di maggioranza il gruppo MAIO.

Le ragioni dietro alla scelta della forma della finanziaria poi sono legate a precise esigenze di sicurezza: in passato la società ha subito minacce da parte della camorra, e di questo ne ha informato anche il Viminale.

I finanzieri proseguono le indagini per cercare di risalire alla composizione sociale dell’altra finanziaria, la CARDUSIO, che detiene il 40% della Ecofer.

cm

 

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